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Il metodo D’Aietti – gli algoritmi che individuano il punto di riequilibrio.

Trovare un punto di equilibrio tra due grandezze è semplice dal punto di vista aritmetico, ma vero elemento di complessità è individuare il punto di equilibrio nella scala di graduazione.

Tale punto  sarebbe inadeguato se fosse considerato percentualmente fisso per ogni livello di reddito. Esso deve, invece, variare dinamicamente in funzione della entità dei redditi in gioco.

Il metodo è stato individuato nella rilevazione dei dati sociali ricavati dall’esperienza giudiziaria.

I procedimenti giudiziari possono essere sia contenziosi che consensuali. Nei consensuali le parti trovano direttamente loro l’accordo in tutti i vari aspetti sia personali che economici e lo sottopongono al tribunale che lo sottopone ad un controllo di "omologa".

Il punto di equilibrio è il risultato di una complessa trattativa che normalmente viene svolta dagli avvocati.

Si è pensato che tutti questi accordi che regolavano gli aspetti economici erano il punto di equilibrio più affidabile proprio perché individuato dai diretti interessati che meglio di chiunque altro sanno quali sono le risorse effettivamente disponibili e quale sia il punto di equilibrio più affidabile. Ecco che da una rilevazione della realtà sociale, attuata con metodo scientifico ,si sono ottenuti risultati che permettono di ricavare delle regole sociali che possono essere di guida in tutti i procedimenti contenziosi

La metodologia è stata trovata con una serie di considerazioni che sono state riassunte in un articolo pubblicato sulla rivista dell’Ordine degli Avvocati di Milano (La Rivista del Consiglio, Studi e commenti, Anno 2016-2017, pag. 67) che dà conto del metodo D’Aietti, elaborato quando era presidente del Tribunale di Sondrio.

Il metodo di rilevazione dei dati nelle separazioni consensuali.

Per un paio di anni (2009-2010) ho tentato di creare un algoritmo per l’assegno di mantenimento del coniuge che tenesse conto del principio di proporzionalità delle risorse e della necessità di  contemperare la disparità dei redditi in un adeguato punto di equilibrio.

Ad un certo punto, quasi improvvisamente, ho avuto un’idea, una intuizione (sostanzialmente semplice e banale) che, però, si è, poi, rivelata straordinariamente efficace.

Galileo Galilei aveva affermato: “Misurate ciò che è misurabile e rendete misurabile ciò che non lo è”. L’idea è stata quella di creare nel sistema giudiziario italiano un modello (non teorico) che consentisse di misurare i criteri giuridici in termini monetari attribuendo un peso quantitativo ai criteri legali, che spesso sono puramente terminologici. Una tale innovazione costituisce la nuova frontiera della misurazione dei fenomeni giuridici.

L’idea di creare una misurazione affidabile si situa a metà tra un’invenzione e una scoperta.

Ho ritenuto di non creare un mio metodo (che avrebbe avuto gli stessi limiti degli altri sistemi) ma di rilevare la misura dalla realtà sociale e dalla metodicamente rilevazione dei dati economici e monetari desumibili dai procedimenti consensuali.

Si è partiti dalla considerazione che gli assegni di mantenimento concordati direttamente dalle parti sono statisticamente i più coerenti con la sistemazione economica del nucleo familiare che si separa e, per questo motivo, i più idonei a individuare un punto di equilibrio tra le contrapposte esigenze.

In occasione delle udienze presidenziali e collegiali ho metodicamente chiesto ai separandi/divorziandi di indicare i rispettivi redditi (elementi che nei procedimenti consensuali, in genere, non vengono indicati negli atti) ; per ciascuna vicenda è stata creata una scheda di rilevazione e ha ottenuto un’enorme quantità di combinazioni: 1. reddito di LUI; 2. reddito di LEI; 3. casa coniugale, assegnazione e valore locativo; 4. assegno riconosciuto per coniuge; 5. assegno riconosciuto per i figli; 6. il numero dei figli e la loro collocazione. Tutti questi dati sono stati collocati su  griglie bidimensionali per l’assegno al coniuge e su griglie pluridimensionali per l’assegno ai figli (differenziate in funzione del numero dei figli) e sono stati elaborati attraverso funzioni aritmetico-matematiche che hanno permesso di  creare una “tabella”  in cui sono state armonizzate le dispersioni statistiche (in pratica i valori che si discostano troppo dalle medie); la funzione matematica ha espresso una tabella (ad andamento progressivo che ha indicato in termini quantitativi rigorosi i punti di riequilibrio (differenziati in relazione al variare dei redditi) tali da assicurare un riequilibrio dinamico tra i redditi rispettivi dei coniugi.

I parametri di riferimento ricavati dal lavoro di analisi dei procedimenti “consensuali” sono stati trasfusi in regole che si è potuto applicare ai corrispondenti procedimenti contenziosi.

Per mettere a punto il software ReMida Famiglia, ho impiegato 7 anni di studio durante i quali ho trattato oltre 2500 procedimenti di separazioni e divorzi, di cui circa 400 consensuali, hanno costituito un solido quadro di riferimento statistico/scientifico.

Il contributo per i figli è stato integrato con l’applicazione dei criteri delle scale di equivalenza previste dalla normativa dell’ISEE, per tener adeguato conto delle variabili del numero dei figli e della loro rispettiva collocazione presso i genitori.

Il risultato scientifico è dato da due tabelle (una per il coniuge e l’altra per i figli) che individuano la percentuale di riequilibrio rispetto al reddito complessivo del nucleo familiare prima della separazione. La scale di riequilibrio non è proporzionale ma progressivamente regressiva rispetto al reddito complessivo dell’originario nucleo familiare: in pratica, più aumenta il livello monetario del reddito e minore diventano le percentuali da assegnare a coniuge e figli.

La validità scientifica di tali tabelle è fondata sul fatto che i valori di riferimento sono stati concretamente rilevati da un’analisi reale dei comportamenti sociali (le separazioni consensuali) messi in atto dai protagonisti della vicenda di separazione; tali valori infatti i più affidabili perché sono la risultante di un’opera di mediazione concretamente già effettuata nel contraddittorio extra giudiziale. Le peculiarità dei singoli casi concreti si armonizzano nell’aggregazione statistica dei dati  che consentono di costruire una tabella di valori medi tendenziali di riequilibrio economico.

In sintesi si può evidenziare che il metodo è consistito, quindi, non nell’inventare le regole ma piuttosto nel rilevarle dalla realtà sociale.